Le grida sono sempre risuonate forti, la resistenza nelle strade e la mobilitazione di centinaia di famiglie sono state una delle pedine fondamentali per dimostrare alle élite, al governo e ai settori tradizionali di cosa sono fatti i cittadini di Buenaventura, l’importanza della regione e quanto vitali siano i processi di organizzazione comunitaria, ora rimane solo da continuare a lavorare e avere speranza che l’accordo pattuito tra il governo nazionale e il comitato dello Sciopero Civico sarà una “nuova” storia per le comunità nere, per il territorio, la terra, il porto e la qualità della vita che molti desiderano che ci sia nella terra di Petronio Álvarez.
Il motto di “Diavolo, Buenaventura si rispetta” non ha mai smesso di risuonare, l’unione degli artisti, dei cantanti, maestri, dirigenti sociali, piccoli imprenditori, famiglie tra gli altri, è stata la base per fare pressione in modo strategico sulla posizione di contrasto del Governo Nazionale di fronte agli interessi, alle necessità e richieste reali dei bonaverensi, ora la sfida è più grande, consiste nel poter canalizzare quegli aspetti, sentimenti e idee da parte delle varie organizzazioni sociali e comunali, che in modo organizzato hanno costruito una proposta collettiva che dimostrava le ragioni che traeva con sé lo sciopero che ha scosso vari settori nazionali e internazionali, vedendo i soprusi della forza pubblica, le omissioni, le dilazioni e in particolare la piega che alcuni mezzi di comunicazione hanno preso nei momenti più “caldi” che hanno vissuto gli abitanti del porto.
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